Componibile 62
In questo inseguirsi, perdersi e ritrovarsi tutti sembrano a loro modo ossessionati dall’“inutile desiderio di capire”, dall’“antico topico umano: decifrare”. Stefano Tedeschi - Alias – il manifesto
Pubblicato per la prima volta nel 1968, Componibile 62 nasce dal seme di quel gioco del mondo che ha reso Julio Cortázar l’immortale autore che conosciamo: nel capitolo 62 di Rayuela, l’indimenticabile Morelli – alter ego dell’autore – immaginava un libro in cui il lettore diventasse parte attiva della storia, portando la letteratura alle sue estreme conseguenze. Un libro che poi lo stesso Cortázar scrisse infrangendo le tradizionali concezioni del tempo e dello spazio narrativo, un libro componibile – Componibile 62, appunto – in cui i capitoli si dissolvono e i segmenti che compongono la trama possono essere montati e rimontati come i pezzi di un Meccano. Una storia dai tratti gotici, caleidoscopica e multiforme, in cui l’azione può trascorrere simultaneamente in un ristorante di Parigi, in un museo di Londra o in un albergo di Vienna, e i personaggi passano senza sforzo dal dialogo al monologo, in una continua ricerca di alternative esistenziali e letterarie, fra castelli sanguinanti, vampiri e città immaginate.
Leggi un estrattoDimmi pure che continuo a giocare con le parole, che anch’io le mischio e le scopro. Regina di cuori, ridi ancora una volta di me.
Julio Cortázar