Julio Cortázar
Salvo il crepuscolo
Per tutto il suo lungo percorso letterario Julio Cortázar ha sempre scritto poesia, considerandola un rifugio, un modo per tornare a casa. Quando ormai sapeva di essere prossimo alla morte volle, come ultimo progetto editoriale, sistemare il suo corpus poetico in questo libro.
Tradotto per la prima volta in italiano a quarant’anni dalla sua uscita, Salvo il crepuscolo raccoglie circa centocinquanta poesie, ma offre anche godibilissime pagine in prosa, che fanno da contrappunto ai versi. In questi brani un Cortázar al culmine del successo racconta in una sorta di laboratorio creativo il suo stesso compito di sistemazione dell’antologia: lo vediamo rovistare in vecchi cassetti, trascrivere versi recuperati da fogli e scontrini, da pagine strappate o preziosi quaderni di carta giapponese, tracciando così una cronistoria interna al libro stesso.
Dal sonetto al verso libero, dal pastiche al tango, questo sorprendente volume è un piccolo gioiello, un invito ad accostarsi per la prima volta all’opera dell’autore argentino, o a completarne la conoscenza
“Con che liscia dolcezza
mi solleva dal letto in cui sognavo
profonde piantagioni profumate,
mi passa le dita sulla pelle e mi disegna nello spazio, in bilico, finché il bacio
si posa curvo e ricorrente...
così che a fuoco lento abbia inizio
la danza cadenzata dell’incendio che ci intreccia in raffiche, in spirali, l’andirivieni d’un uragano di fumo—
(Perché, poi,
quel che resta di me
è solo un annegare nella cenere
senza un addio, senza nient’altro che il gesto di liberare le mani?)”