Verità tropicale.
Musica e rivoluzione nel mio Brasile
Un bellissimo inno alla libertà d’espressione. Massimo Cotto - Il Messaggero
Negli anni Sessanta il pop scoppiò ovunque. Dagli Stati Uniti all’Europa passando per Londra, al Brasile: tutto fu travolto da un nuovo sound. Il Tropicalismo, il movimento che trasformò la musica popolare brasiliana e di cui Caetano Veloso è stato fondatore e leader, fu molto più di un fenomeno culturale. Fu un fenomeno politico e sociale, una rivoluzione in cui slancio innovativo e spirito di tolleranza si muovevano insieme per «cannibalizzare» le diverse tendenze, nella musica come nei costumi, e restituire qualcosa di nuovo. Mescolando influenze internazionali e folklore, i tropicalisti ambivano a ricreare un’immagine autentica del Brasile: un’ambizione che, dopo il golpe del ’64 e in piena dittatura militare, corrispose a una graduale, dolorosa ma energica, presa di coscienza delle profonde contraddizioni del paese.
In queste pagine, trascinanti come un rock’n’roll e ritmate come la bossa nova, Caetano Veloso racconta quello slancio e quell’energia: la Bahia in cui si è formato, la commozione nei primi ascolti di João Gilberto, l’incontro con Gilberto Gil, Gal Costa e un’intera generazione di musicisti; il trasferimento a Rio, i programmi televisivi e i grandi successi, l’ambiente universitario, il carcere e l’esilio a Londra. Canzone dopo canzone, intrecciando storia personale e collettiva, Verità tropicale è una colonna sonora del Brasile di ieri, fondamentale per comprendere quello di oggi. Un inno alla libertà d’espressione il cui ritorno in libreria è quanto mai necessario.
Leggi un estrattoNon avevamo raggiunto il socialismo; tantomeno eravamo entrati nell’era dell’Acquario o nel regno dello Spirito Santo; non avevamo superato l’Occidente, non avevamo estirpato il razzismo e non avevamo abolito l’ipocrisia sessuale. Ma le cose non sarebbero mai più tornate come prima.
Caetano Veloso