Newton Thornburg
Morire in California
David Hook è un uomo mite, un vedovo, un ex insegnante divenuto allevatore. Vive nella fattoria di famiglia, nell’amata campagna dell’Illinois, dove si prende cura degli animali, della terra, dei suoi tre figli. Un giorno viene raggiunto dalla notizia che il maggiore di loro, il diciottenne Chris, è morto.
Chris si trovava a Santa Barbara, per la tipica vacanza californiana che i ragazzi della sua età si concedono prima di partire per il Vietnam, e lì, una notte, è precipitato da una scogliera. Secondo la polizia, che ha rinvenuto tracce d’alcol nel sangue, si è trattato di un suicidio. I testimoni, però, dipingono un giovane sbandato e depresso che non può essere il ragazzo pulito, amante della vita conosciuto dal padre.
Nel tentativo di dare un senso alla tragedia, Hook decide di indagare. Seguendo le ultime tracce di Chris – che lo conducono a un politico locale dalla vacua retorica kennediana, alla sua amante e a un’ambigua rete di accoliti e lacchè – sarà costretto a interrogarsi anche su sé stesso, sul rapporto tra genitori e figli in un’America che cambia, e a mettere in discussione il ferreo sistema di valori in cui ha sempre creduto.
Pubblicato per la prima volta nel 1973 e riproposto oggi in una nuova traduzione d’autore firmata da Tommaso Pincio, Morire in California è un grande romanzo d’azione da riscoprire, ma anche un noir malinconico e riflessivo sul lutto e la perdita dell’innocenza.