Oreo
È una bomba, di umorismo e intelligenza e satira sociale. Marco Rossari - D la Repubblica
Un viaggio intelligente, comico e picaresco. Cristina Taglietti - Sette del Corriere della Sera
Oreo è il classico biscotto americano a due colori: nero fuori, bianco dentro. Ma è anche il soprannome di Christine, l’eroina di questo romanzo, nata dall’improbabile (e presto naufragato) matrimonio tra una madre nera e un padre ebreo. È per ritrovare le tracce di quest’ultimo, sparito senza spiegazioni anni prima, che l’adolescente Christine lascia Philadelphia alla volta di New York. Seguendo una labile scia di indizi, affronterà prova dopo prova una metropoli popolata da personaggi grotteschi – nani e truffatori, ruffiani e fattucchiere – tenendo a bada ogni pericolo con le uniche armi che ha: il cervello affilato e la lingua svelta (senza disdegnare un tocco di arti marziali).
Originalissima rivisitazione del mito di Teseo in chiave pop e fumettistica, Oreo è un libro che, come i migliori romanzi postmoderni, interroga e sfida a ogni pagina l’intelligenza del lettore. Con il suo spirito femminista e ribelle, la sua garbata satira del meticciato culturale e l’inesauribile vena linguistica, che mescola con disinvoltura lo yiddish e il vernacolo dei neri, i giochi di parole e i puri e semplici neologismi, questa perla ritrovata degli anni Settanta conserva intatta la comicità sofisticata e la fantasia straripante di un’opera letteraria fuori da qualsiasi schema.
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La chiamavano Zucchero di canna o Goccia di cioccolato o Brioscia. Ma confrontando l'intenso marrone della sua pelle e il largo sorriso pieno di denti bianchi come il latte, non poterono fare a meno di pensare: «È vero, questa bambina è tale e quale a un biscotto Oreo visto di profilo».
Fran Ross