Juan Carlos Onetti
Il cantiere
Cinque anni dopo esserne stato esiliato con disonore, Larsen fa ritorno a Santa María con un piano ben preciso: intraprendere un serrato quanto patetico corteggiamento di Angélica Inés – la figlia di Petrus, potente signorotto locale –, e al contempo farsi assumere da questi come capo del cantiere navale di sua proprietà. Scoprirà ben presto che il cantiere è solo un cadente involucro al centro di un deserto, dove nulla accade da anni. Un nulla di cui però Larsen, antieroe per eccellenza e personaggio indimenticabile, diventerà l’irreprensibile Direttore Generale, autoproclamandosi sovrano di un regno in decadenza fatto di vecchie carte impolverate e rottami venduti illegalmente per pochi spiccioli.
Con una scrittura magistrale, fatta di netti sostantivi e aggettivi disarmanti, Il cantiere è forse il tassello più compiuto dell’assurda comédie humaine costruita da Onetti: un romanzo attuale a sessant’anni dalla sua pubblicazione, e una porta d’accesso privilegiata all’universo onettiano che, sulla scia maestra di Faulkner e Céline, si fonda su un microcosmo asfissiante e perfetto: Santa María.
“Onetti è il più grande romanziere latinoamericano”Julio Cortázar