Il libro degli abbracci
Pubblicare Eduardo Galeano significa pubblicare il nemico: il nemico delle bugie, dell’indifferenza, ma soprattutto il nemico dell’oblio. La sua tenerezza è devastante, la sua onestà furiosa. John Berger
Dopo quasi vent’anni di assenza, torna in una nuova traduzione un classico di uno degli autori latinoamericani più amati di sempre.
Accompagnato dalla prefazione di Maurizio de Giovanni e dalle illustrazioni dell’autore.
«RICORDARE: dal latino re-cordis, tornare a passare dalle parti del cuore». Così si apre Il libro degli abbracci di Eduardo Galeano, un testo che in 191 brevi capitoli abbraccia il presente senza mai smettere di guardare al passato. Frammenti autobiografici, reportage, invettive e riflessioni personali che esplorano senza ingannevoli consolazioni temi universali come la religione, la politica, l’ingiustizia e la cultura, ma anche l’amore, l’amicizia e l’arte.
Che si scagli contro un sistema che «con una mano ruba quel che con l’altra mano presta», che riporti la sua chiacchierata con un taxista immigrato a New York o che racconti la commozione di un gruppo di indios di fronte allo spettacolo della morte, lo sguardo di Galeano si posa sempre con stupefacente tenerezza e senza un briciolo di presunzione sugli ultimi e sui dimenticati, cercando di dare una voce a chi una voce non l’ha mai avuta.
Un libro profondo e godibilissimo, pervaso da tutto il desiderio di lotta e giustizia del suo autore, un uomo fieramente fedele ai propri ideali e che possiede il raro talento di riuscire a condensare in poche righe l’intera gamma delle emozioni umane.
Leggi un estrattoSiamo tutti mortali fino al primo bacio e al secondo bicchiere, e questo lo sa chiunque, per quanto poco sappiamo del mondo.
Eduardo Galeano