Ali Smith aiuta il lettore a emanciparsi almeno mentalmente dal suo stato di puro consumatore e spettatore passivo e lo trascina accanto a sé. Claudia Durastanti
Il mondo va in pezzi, sempre, di continuo. Ma ci sono romanzi come questo che questi pezzi li raccolgono e te li restituiscono pieni di luce. Antonella Lattanzi - la Lettura del Corriere della Sera
Nell’Inghilterra post-Brexit in piena pandemia, la pittrice Sandy Gray sta attraversando un periodo di sconforto, aggravato dall’angoscia per le condizioni del padre ricoverato in ospedale. Una sera, a sorpresa, le telefona un’ex compagna di università che non sente da anni, e le racconta uno strano episodio: mentre era in stato di fermo per un disguido con la polizia di frontiera, chiusa in una stanza ha udito una voce pronunciare una frase misteriosa: Sandy, saggia e intuitiva com’è, saprebbe spiegargliene il senso?
Comincia così il nuovo romanzo di Ali Smith – appendice ideale al suo quartetto sulle stagioni, ma narrativamente del tutto autonomo – che ancora una volta fotografa il nostro mondo in tempo reale, e ne squarcia la trama per inserirvi storie del passato, momenti di magia, tocchi visionari. Via via che la vita di Sandy viene invasa dall’ex compagna di studi, con famiglia al seguito, e da una ragazzina accompagnata da uno strano uccello, ci immergiamo in una storia sulla libertà di immaginazione e sull’empatia fra esseri viventi come antidoto a un presente di isolamento e barriere.
Qui la storia non sono io. e nemmeno voi. Hai capito? Non siamo noi la storia. E comunque, una storia non è mai la risposta. Una storia è sempre una domanda.
Ali Smith