Febbre di carnevale
La scrittura di Yuliana Ortiz Ruano, in questo suo bel romanzo di esordio, è molto particolare, scorre come un fiume e si intreccia alle parole delle canzoni latinoamericane, restituendo alle lettrici e ai lettori non solo la lingua dell'infanzia, ma anche il ritmo della salsa e del reggaeton, riuscendo così a elevarsi al di là della violenza e a descrivere la festa anche quando la brutalità dei maschi toglie il respiro e cancella la libertà femminile. Michela Marzano - Robinson di Repubblica
"Febbre di Carnevale" è il romanzo d'esordio di Yuliana Ortiz Ruano: la sua formazione di poeta e di dj si riversa splendidamente sia nel ritmo che nelle immagini visionarie di una scrittura densissima, fagocitante, frenetica. Veronica Raimo - Tuttolibri - La Stampa
Ainhoa ha otto anni, vive nella grande casa della nonna materna e passa giorni interi arrampicata sugli alberi. Da lassù, tra una guaiava e un avocado, guarda il mondo con occhi stupiti e attenti, sente la musica uscire ininterrottamente dalla radio, osserva da lontano i quartieri che le sono assolutamente proibiti e saluta la madre, le zie, le vicine che si affaccendano per casa. Cerca di capire quello che la circonda, e di capirsi, in un piccolo mondo che nel periodo del carnevale si trasforma, come «una porta spalancata verso il delirio, la follia e l’eterna baldoria». È allora che entrano in gioco i corpi, il ballo, il sudore, e affiorano segreti di famiglia, episodi di violenza mai messi a fuoco, dettagli oscuri che punteggiano la sua storia e quella delle donne che l’hanno cresciuta. Una memoria che si tramanda di generazione in generazione e che, oltre la musica, oltre la frenesia, si raccoglie nei silenzi annidati dietro le pareti di casa.
Fra segreti, non detti e ricordi, un potente esordio al femminile che ha il ritmo travolgente dei tropici. Un romanzo dalla voce indimenticabile, nel quale la lingua, la famiglia e i luoghi – la città di Esmeraldas, in Ecuador, affacciata sull’oceano – sono indissolubilmente legati.
Crescere è non poter aprire bocca quando le cose ti fanno schifo, ho pensato, ma non ho detto nemmeno quello ad alta voce; tanto, nessuno mi ascoltava.
Yuliana Ortiz Ruano