Fragole e sangue.
Diario di uno studente rivoluzionario
La freschezza e l’entusiasmo di chi forse non è riuscito a cambiare il mondo ma ha difeso con forza i valori in cui credeva. Benedetta Marietti - il Venerdì di Repubblica
È il 1968 e l’America è attraversata da conflitti che non aveva mai conosciuto prima. La guerra del Vietnam, gli omicidi di Robert Kennedy e Martin Luther King, la crisi del Partito Democratico sembrano aprire uno spazio nuovo per la contestazione giovanile e i movimenti sociali. James Simon Kunen è iscritto alla Columbia University di New York; un ragazzo come tanti, che si ritrova catapultato all’improvviso nel vivo della protesta studentesca e inizia quasi per gioco a tenere un diario dell’occupazione dell’università.
Armato soltanto del suo idealismo e della sua curiosità, Kunen dà vita a una cronaca puntuale dei sit-in e dei pestaggi della polizia: un tentativo lucido di decifrare il mondo degli adulti, alternando riflessioni coraggiose, spesso dure – e ancora attualissime a distanza di quasi mezzo secolo – con divertenti digressioni personali sull’amore, la musica, lo sport, i viaggi, che hanno il sapore del vero e proprio romanzo di formazione.
Tradotto oggi per la prima volta in italiano, Fragole e sangue è un classico della controcultura giovanile americana, da cui il regista Stuart Hagmann ha tratto nel 1970 il celebre film omonimo (Premio della giuria al 23° Festival di Cannes).
Leggi un estrattoNon mi piacciono il Texas, quelli che vanno allo zoo per fare gli alternativi, le nevicatine che si riducono subito in poltiglia, le giornate corte d’inverno, il termine «consumatori», i martelli pneumatici proprio sotto la finestra e i soldatini. E il razzismo, la povertà e la guerra. Contro questi ultimi tre sto cercando di fare qualcosa.
James Simon Kunen