I ricordi dell’avvenire
Con tutta probabilità il miglior romanzo messicano scritto nel Novecento. Guadalupe Nettel
Odio e amore, superstizione e crudeltà sono i sentimenti che animano personaggi indimenticabili, tratteggiati con ironia e un pizzico di realismo magico da una grande scrittrice messicana. Adelaide Barigozzi - Elle
Un libro perfetto per chi anche in viaggio non sopporta l’idea di annoiarsi. Carlotta Sanzogni - Cosmopolitan
Nella Tierra Caliente che è il cuore stesso del Messico giace il paesino di Ixtepec, narratore di questa storia e testimone di vicende che mescolano fede e crudeltà, odio e passione, menzogna e perfidia. Siamo negli anni post rivoluzionari, sull’orlo della guerra civile, e Ixtepec si ritrova in balia degli umori del crudele generale Francisco Rosas, consumato dall’amore per la bellissima Julia. L’arrivo di uno straniero misterioso metterà a soqquadro l’apparente monotonia della cittadina, segnando il destino della famiglia Moncada, della giovane Isabel e di una serie di personaggi memorabili, dal militare sanguinario al matto che si fa chiamare «signor presidente».
Come una Elena Ferrante del secolo scorso, Garro ritrae con sapienza e ironia una famiglia, un momento storico e al tempo stesso un intero paese, senza rinunciare alla dose perfetta di pensiero magico latinoamericano.
I ricordi dell’avvenire (1963) è insieme una grande storia di amore folle e impossibile, un romanzo storico godibilissimo e una maestosa saga familiare, capace di tenere il lettore incollato alle pagine come solo i classici sanno fare.
Leggi un estrattoSono passati molti anni, nessuno dei Moncada è più tra noi, resto solo io a testimoniare la loro sconfitta e ad ascoltare ogni giorno, alle sei del pomeriggio, l’arrivo del treno da Città del Messico.
Elena Garro