Il Golem di Brooklyn
Complice una dose eccessiva di cannabis e qualche chilo di creta rubata nel laboratorio di educazione artistica, Len Bronstein, un giovane insegnante ebreo di Brooklyn, ridà inavvertitamente vita al Golem, il leggendario gigante della tradizione ebraica che i rabbini possono evocare, nei momenti di peggiore pericolo, a difesa del Popolo Eletto.
Nel giro di poche ore il Golem assume per la prima volta l’lsd, impara l’inglese da una sit-com e scopre l’esistenza del neonazismo; starà a Len e alla sua nuova amica Miri, lesbica ripudiata da una famiglia di ebrei ultraortodossi, capire come (e se) impedire che il Golem piombi nel bel mezzo di una manifestazione di estremisti di destra nel Kentucky e faccia vendetta.
Il folklore ebraico, la comicità fulminea da sit-com, la commedia on the road e la satira sociale (ma anche la storia americana e la poesia di Iosif Brodskij) sono gli ingredienti di un romanzo esuberante che affronta con l’umorismo i temi attualissimi della violenza politica, dell’intolleranza, del tribalismo identitario, e delle armi con cui combatterli.
«Testa di cazzo», disse con amore, «ti è mai venuto in mente che forse è così che ripariamo il mondo?»
Adam Mansbach