Il romanzo più strutturato dell’autore argentino, con colpi di scena, humour, erotismo, sacrifici umani e personaggi surreali e indimenticabili. Giancarlo De Cataldo - Robinson di Repubblica
Un chiacchiericcio jazz, picaresco e poliedrico, dalla metafora vivida: il viaggio, appunto, da Buenos Aires verso l’ignoto a bordo del “Malcolm”, “una nave dei folli”. Davide Brullo - il Giornale
Cortázar scrive come se ogni parola fosse una sorta di sortilegio Zadie Smith
Un ristretto gruppo di cittadini di Buenos Aires ha avuto la fortuna di acquistare il biglietto vincente di una nuova fantomatica lotteria nazionale. Il premio? Una crociera di tre mesi completamente spesata e con destinazione sconosciuta. Occorre solo presentarsi al caffè London nella data prestabilita e attendere ulteriori direttive.
Questa misteriosa convocazione è solo la prima di una lunga serie di inspiegabili eventi che i vincitori si troveranno ad affrontare e – fra guasti ai motori, un’epidemia di tifo a bordo, l’equipaggio che parla a stento la loro lingua e l’intero settore di poppa che gli viene precluso – ognuno di loro dovrà fare i conti con ciò che ha lasciato sulla terraferma e i nuovi fragili equilibri sulla nave.
Alternando narrazione e riflessione, dialoghi di stampo teatrale e infiniti riferimenti letterari, Julio Cortázar racconta una caleidoscopica storia a più livelli, che è insieme allegoria della condizione umana e del vivere sociale, oltre che dell’arte di narrare.
Uscito per la prima volta nel 1960, Il viaggio premio è il primo romanzo pubblicato da Cortázar: in queste pagine gli appassionati dell’autore argentino ritroveranno attrazioni al profumo di sigaretta, Parigi, giochi di specchi, ironia, politica e l’idea postmoderna di antiromanzo che raggiungerà il suo massimo compimento in Rayuela.
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Lei sa benissimo quanto sia drammatico l’umorismo.
Julio Cortázar