La morte e la bambina
Solitario, refrattario allo scambio mondano di parole, forastico: Onetti, nato a Montevideo al principio del secolo scorso, sapeva decifrare il mondo solo scrivendone, costruendone uno in cui la realtà, passando per l'incanto, diventa verità. Concita De Gregorio - la Repubblica
Torna il mondo sconnesso e malinconico, popolato da frammenti di umanità tutti diversi e tutti identici per fragilità e solitudine, di Juan Carlos Onetti, il grande scrittore latinoamericano nato a Montevideo Sabina Minardi - l’Espresso
Ambientato, come gran parte delle opere di Juan Carlos Onetti, nella città immaginaria e mitologica di Santa María, questo romanzo breve viene pubblicato ora per la prima volta in italiano.
Díaz Grey è da molti anni il medico della città. La sua vita all’apparenza insignificante è avvolta dal mistero, un passato oscuro del quale non parla, ma che ripercorre ogni sera sfogliando un mazzo di fotografie. Quando Augusto Goerdel, ex seminarista protetto da padre Bergner, si reca da lui dopo la nascita del suo primogenito, il dottore lo avverte che una seconda gravidanza risulterebbe fatale per la moglie Helga. Quasi inevitabilmente, di lì a poco Helga morirà dando alla luce una bambina, e l’intera comunità di Santa María riterrà Augusto responsabile della sua morte: lo vedremo alle prese con la disperazione per il lutto ma anche con uno strenuo tentativo di difendersi dall’accusa collettiva. Solo molti anni dopo, grazie al ritrovamento di un fascio di lettere, si scoprirà la verità. Ma sarà ormai troppo tardi per tutti.
Una novella dalla scrittura cristallina in cui ancora una volta uno dei più importanti scrittori latinoamericani di tutti i tempi esplora i concetti di colpa e vendetta, sondando gli abissi della natura umana.
L’amore se n’era andato dalla vita di Díaz Grey e a volte, mentre faceva solitari o giocava da solo a scacchi, si chiedeva confuso se l’avesse mai avuto davvero.
Juan Carlos Onetti