Nella sua vita e nella sua opera è sempre stato il conflitto il motore generativo. Spesso quel conflitto era con se stessa, il terrore di non essere all’altezza di un'utopia privata: diventare una scrittrice. Veronica Raimo - Tuttolibri - La Stampa
Ci sono libri il cui stile è nelle cose, come nella fiction di Butler, le cui pagine sono popolate da tropi retorici incarnati, solidificati in creature aliene, mondi extrasolari, civiltà immaginarie, oggetti sconosciuti, tecnologie a venire. Umberto Rossi - Alias - il manifesto
Pochi scrittori hanno saputo aprire nuove riflessioni sulla contemporaneità partendo da premesse vertiginosamente fantastiche come quelle che troviamo nella narrativa di Octavia Butler. Perennemente sospese tra utopia e distopia, le sue storie ci obbligano a salti del pensiero in apparenza paradossali, ma ci riportano ogni volta alle radici concrete e umanissime del nostro stare nel mondo.
Cosa accadrebbe in una società in cui la parola fosse scomparsa per sempre, e con essa la capacità di mediare i conflitti tramite il dialogo, lasciandoci come unica risorsa disponibile l’uso della violenza? Si può immaginare un mondo in cui siano gli uomini e non le donne a dover sopportare il fardello della gravidanza? Cosa chiederemmo a Dio, se avessimo la possibilità di incontrarlo (o di incontrarla) e di esprimere uno e un solo desiderio per salvare il genere umano dall’autodistruzione?
Segnalato dal New York Times tra i migliori libri dell’anno e tradotto oggi per la prima volta in italiano, La sera, il giorno e la notte è una lettura imprescindibile per gli appassionati di speculative fiction, uno sguardo ravvicinato su una delle menti creative più coraggiose e visionarie della letteratura statunitense.
Leggi un estrattoI bambini adesso ammassavano libri come ciocchi di legno per farci il fuoco. Correvano per le strade inseguendosi e gridando come scimpanzé. Non avevano futuro. Il presente era tutto ciò che avrebbero mai conosciuto.
Octavia E. Butler