Il romanzo sembra annunciare le sue molte sfaccettature sin dal titolo, che indica sia l’operazione aritmetica, sia i tentativi dei personaggi di sottrarsi al danno e alla pesante eredità di un trauma mai del tutto elaborato. Francesca Lazzarato - il manifesto
È un romanzo sulla memoria ma anche sulle ossessioni che la generazione dei figli della dittatura si porta dentro. Ilaria Zaffino - Robinson di Repubblica
Felipe e Iquela, entrambi figli di ex militanti cileni, sono uniti indissolubilmente dalla storia di resistenza dei genitori, che incombe su di loro come uno spettro impossibile da scacciare. Lui è ossessionato dalle immagini di cadaveri che gli appaiono in ogni angolo della città; lei, traduttrice, è chiusa in una solitudine fatta di parole scritte, mai abbastanza precise da essere davvero affidabili.
In un solo giorno, due eventi turbano la loro vita: si svegliano in una Santiago avvolta in un manto di cenere, per scoprire che l’amica d’infanzia Paloma è appena tornata in Cile, dopo anni e senza preavviso. Cosa ha spinto Paloma a tornare? E perché? Ben presto, i tre si ritrovano protagonisti di un surreale road trip attraverso le Ande, che riporterà a galla un passato difficile da affrontare: la militanza, i tradimenti, le sparizioni, gli anni di lontananza, l’attrazione mai confessata.
Tra scene che ricordano l’immaginazione visionaria di Bolaño e Donoso, e un viaggio tra i fantasmi della storia cilena – sulla scia di Nona Fernández –, l’autrice intesse un romanzo di rara forza ed empatia, abitato da personaggi indelebili, unendo mirabilmente un’amara ironia e una brillante ricerca sul potere della memoria.
È neve, anzi no, perché la neve è bianca, la neve è fredda e si squaglia e questa non si squaglia, no, questa che cade è un'altra cosa, questa che cade è cenere, è cenere, sta di nuovo piovendo cenere.
Alia Trabucco Zerán