«Non ti dirò mai come sono sprofondato, poco a poco, giorno dopo giorno, fra uomini dannati, ladri e assassini, fra donne che hanno la pelle del viso più ruvida della calce screpolata». Così ha inizio «Le belve», il più celebre racconto dell’autore argentino Roberto Arlt.
Da sempre cantore dei bassifondi, di quell’umanità arruffata e spesso ai limiti della legalità, oltre che della letteratura, Arlt tocca in queste pagine le vette più alte della sua visionaria capacità di rappresentazione. Da dietro la vetrina di un bar, in quella «città abissale» che è la Buenos Aires degli anni Trenta, vediamo scorrere le vite di belve e di uomini onesti, in un racconto che è insieme la confessione di un uomo sull’orlo del baratro e una lettera disperata per un amore perduto.
«Le belve» è tratto dal volume Una domenica pomeriggio (SUR, 2015).