Matrimonio in cinque atti
Uno dei romanzi più ottimisti e profondi che ho letto negli ultimi anni. - The Washington Post
In «Matrimonio in cinque atti» c'è tutto tranne che la tristezza, è una pignatta gonfia di dolci e scherzetti che, con un ritmo che non perde mai un colpo, ci fa piovere in testa i protagonisti di questa storia. Melissa Panarello - Tuttolibri – La Stampa
Sono giorni concitati per i Blumenthal. Bennie e Walter, coppia progressista di mezza età, con quattro figli e un quinto (inaspettatamente) in arrivo, sono alle prese con un evento festoso quanto problematico. Tra cinque giorni, in una cerimonia privata che si svolgerà in giardino, la loro figlia maggiore Clem sposerà la compagna di college Diggs, e i preparativi – affidati allo scarso senso pratico della stessa Clem e dei suoi bizzarri amici – sono in alto mare. Mentre gli ospiti iniziano ad arrivare, e i problemi a moltiplicarsi, si svelano i segreti della famiglia: quelli antichi, che riguardano uno strano episodio di novant’anni prima cui aveva preso parte l’anziana prozia Glad, e quelli più recenti, legati al clima di antisemitismo che si respira nel vicinato e che minaccia di entrare in casa Blumenthal. Ma anche il matrimonio architettato da Clem cela un segreto, e l’epilogo tragicomico è dietro l’angolo.
Lo sguardo empatico di Leah Hager Cohen si posa sul microcosmo della famiglia e sulle sue leggi eterne – il confronto tra genitori e figli, il senso dei valori condivisi, il passaggio di testimone tra le generazioni – dando vita a una commedia contemporanea gioiosa, imprevedibile, ritmatissima che parla di identità e di inclusione, di congiunti e di estranei, di memoria e di cambiamento.
Leggi un estrattoPerché, in buona sostanza, il matrimonio. – ogni matrimonio, ma questo in particolare – è una performance.
Leah Hager Cohen