Meridian
"Meridian" ci riporta ai sogni di una generazione che ha provato a scrollarsi di dosso il peso della paura. Marco Bruna - la Lettura del Corriere della Sera
Meridian sente d’istinto ciò che è giusto e ciò che non può esserlo, che si tratti delle sue scelte personali o delle cose che vede accadere intorno a sé. Sa che allevare un bambino, per lei giovanissima sposa e madre, non è l’unica possibilità che offre la vita: e così sceglie lo studio, la libertà. Il college è un’oasi di bellezza e di privilegio da cui Meridian fugge, preferendo l’avventura politica, il Movimento per i diritti civili, e quella romantica, con Truman, l’uomo della sua vita. E mentre l’America conosce il sangue, l’assassinio di Kennedy e quello di Martin Luther King, e la spinta del Movimento si esaurisce, ancora una volta Meridian sceglie di stare a fianco degli umili e dei dimenticati: indebolita nel fisico, come chi ha vissuto sul proprio corpo il trauma di ogni lotta, ma finalmente in comunione con la persona che voleva diventare, e più viva che mai.
Nel suo secondo romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1976, Alice Walker mette in scena il sogno di una generazione. Lo fa a modo suo: attraverso una protagonista enigmatica e idealista e le sue complesse relazioni con gli uomini e con le altre donne, e attraverso una scrittura che sa essere cruda e concreta quanto onirica o fiabesca, che non indietreggia di fronte ai segreti della psiche né a quelli della carne; e che riesce a rivelare con nuda meraviglia tutti i rapporti di potere che si nascondono dietro la razza, la cultura, la sessualità.
La domanda era: è possibile essere colpevole di un colore?
Alice Walker