Non si uccidono così anche i cavalli?
Horace McCoy si è messo a scrivere mentre cercava di fare l'attore. Aveva altri sogni e li ha visti finire. Poteva andargli peggio. Violetta Bellocchio - Robinson di Repubblica
Hollywood, anni Trenta. Robert e Gloria sono due tra i tanti giovani che durante la Grande Depressione si riversano da ogni parte d’America nella città del cinema, in cerca di un’occasione. La loro amicizia nasce dopo un incontro fortuito, quando insieme decidono di iscriversi a una maratona di ballo, attratti dal premio di mille dollari e dalla possibilità di essere notati da qualche produttore a caccia di volti nuovi. Nel corso della massacrante esibizione, via via che le altre coppie in gara si ritirano o vengono eliminate, Robert avrà modo di conoscere a fondo Gloria, la sua lingua svelta e i modi divertenti, ma anche le sue fragilità e il malessere interiore. Alla vicenda dei protagonisti, e all’epilogo di sangue annunciato fin dalla prima pagina, fa da vivace controcanto una serie di personaggi indimenticabili: c’è Socks, l’impresario senza scrupoli, e Rocky, l’esuberante presentatore; c’è Mario, il gigantesco ballerino italiano che nasconde un passato oscuro; e poi divi e dive del cinema che fanno la loro comparsata sugli spalti, poliziotti e gangster, anziane benefattrici e donne virtuose disperatamente intenzionate a boicottare la manifestazione.
Dalla sua prima uscita, nel 1935, Non si uccidono così anche i cavalli? ha continuato a essere ristampato in tutto il mondo, conquistandosi lo status di romanzo di culto del genere hard boiled. Nel 1969, quattordici anni dopo la morte dell’autore, è diventato anche un film dallo stesso titolo, diretto da Sydney Pollack e interpretato da Jane Fonda nel ruolo di Gloria.
Leggi un estrattoAdesso so benissimo che si può essere un tipo a posto e anche un assassino.
Horace MaCoy