Un romanzo travolgente, tragico ed essenziale. - El Mundo
Alia Trabucco Zerán racconta questo: scambi di ruolo, proiezioni, rivalità impercettibili, soprusi. Momenti in apparenza ininfluenti che spostano il peso di forza fino alla deflagrazione. Teresa Ciabatti - la Lettura del Corriere della Sera
Attraverso la sua voce indimenticabile, la scrittrice cilena Alia Trabucco Zerán dà vita a un claustrofobico conflitto di classe tra le mura domestiche. Adelaide Barigozzi - Elle
Estela ha passato sette anni in quella casa, con quella famiglia. Sette anni come domestica a tempo pieno: lavare, pulire, preparare da mangiare, occuparsi della bambina, la piccola Julia. Ora Julia è morta e tocca a lei – la domestica, la tata – dare la propria versione della storia. Raccontare per esempio di come ha lasciato la vita in provincia per tentare la fortuna a Santiago, di come ha lasciato sua madre; raccontare della stanza sul retro dove ha dormito per tutto questo tempo, quella senza finestre; raccontare della bambina, delle unghie rosicchiate, delle pellicine sanguinanti; raccontare il disgusto e insieme l’affetto per i suoi datori di lavoro, le umiliazioni costanti; raccontare dei panni puliti, dei denti puliti, della faccia pulita; raccontare di Carlos, della cagnolina randagia, del veleno, della pistola.
Alia Trabucco Zerán ha scritto un romanzo sui conflitti di classe, il denaro, la famiglia, la rabbia. Una storia in cui la tensione cresce a ogni pagina per portarci a un finale inevitabile e potentissimo, che mostra come una semplice vita di routine, per chi non ha voce, può trasformarsi in un incubo. Forse, come dice Estela: «Ci sono molti modi di parlare. La voce è solo il più semplice».
Leggi un estrattoDa un segreto non nasce mai niente di buono. Scrivetelo, da qualche parte.
Alia Trabucco Zerán