Quando papà dava i numeri
Un romanzo importantissimo. - The New York Times Book Review
Nel 1970, come una scheggia incandescente emersa dal fuoco del passato, apparve negli Stati Uniti un romanzo breve eppure vivo come pochi altri: imprendibile, luminoso. Marco Rossari - Tuttolibri – La Stampa
La scuola sta per finire, ma non sarà un’estate facile per la dodicenne Francie. Suo padre è disoccupato e per sbarcare il lunario raccoglie le giocate dei «numeri», la grande lotteria clandestina le cui estrazioni quotidiane sembrano scandire la vita degli abitanti di Harlem. E mentre tutti intorno a lei si arrabattano per sopravvivere, tra (rare) vincite e (molti) debiti, Francie affronta l’inizio dell’adolescenza, un’età in cui può ancora sognare a occhi aperti il suo attore di Hollywood preferito, e al tempo stesso sa di dover essere abbastanza sveglia per non fare la fine della Cinesina, la sorella della sua migliore amica, costretta dal violento Alfred a prostituirsi. O la fine di Sterling, il suo fratello maggiore, pericolosamente avviato sulla strada della piccola criminalità con la gang del quartiere.
Quando papà dava i numeri, l’esordio letterario di Louise Meriwether oggi considerato un classico moderno, è un ritratto vivissimo della Harlem del passato, un omaggio allo spirito di solidarietà e all’orgoglio di un popolo, ma anche un’emozionante storia di crescita personale, disperata e comica, raccontata dalla voce briosa e disincantata della giovane protagonista.
Provavo una sensazione strana, una specie di dolore da qualche parte dentro il petto, come se tutti fossero partiti per una terra sconosciuta e mi avessero lasciata indietro.
Louise Meriwether