ra le cose più potenti del romanzo c'è il fatto di non avere una specifca collocazione temporale, azzerando la distanza che c'è tra passato e presente e, in definitiva, tra "noi" e "loro". Laura Pezzino - Tuttolibri - La Stampa
Un libro che oggi ritrova la sua attualità e un pubblico più pronto. Alessia Rastelli - la Lettura del Corriere della Sera
COPIE AUTOGRAFATE DALL’AUTRICE
Con un rivoluzionario atto di fantasia, Bernardine Evaristo immagina un mondo in cui la tratta atlantica degli schiavi viene ribaltata lungo la linea del colore: sono i neri (anzi, i nehri) ad aver fondato un impero coloniale a partire dal Regno Unito di Grande Ambossa, e i bianchi (anzi, i bianki) a essere razziati dall’Europa e trasportati come schiavi al di là del mare, nelle Isole del Giappone Occidentale. La vicenda che seguiamo è quella di Doris, strappata da bambina alle campagne feudali inglesi e venduta ai ricchissimi proprietari di una piantagione, che da adulta sceglie finalmente di inseguire (grazie anche a una ferrovia sotterranea…) la libertà.
Pubblicato originariamente nel 2008, candidato all’Orange Prize per la letteratura femminile e all’Arthur C. Clarke Award per la fantascienza, animato da una fervida potenza immaginativa che non serve a far evadere il lettore dalla realtà, ma a mostrargliela in maniera nuova e dirompente, questo originalissimo romanzo d’avventura è oggi più attuale che mai.
Leggi un estrattoDecisi che appena avrei trovato il modo, sarei fuggita. Chissà dove. Chissà come. Chissà quando. Presto. E stavolta mi sarei tagliata la gola piuttosto che farmi catturare.
Bernardine Evaristo