Storia dei capelli
Lo scrittore, con quello stile che mescola lunghe vorticose frasi a immagini dense e immediate, racconta gli Anni 70 del suo Paese, l’utopia e poi la dittatura, da un punto di vista intimo, quello di un personaggio senza nome e della sua quotidianità disseminata di ossessioni. Elisabetta Pagani - Tuttolibri - La Stampa
Cosa passa per la testa di un uomo mentre si sottopone al rito noioso e ansiogeno del taglio dei capelli? Attraverso un flusso narrativo fatto di pensieri, ricordi ed eventi in presa diretta, entriamo in quella testa che sta per essere cambiata per sempre dal taglio di capelli perfetto. Una vita intera rivisitata attraverso il filtro della sua ossessione: i capelli. L’infanzia e l’adolescenza negli anni Settanta dominati dai tagli afro, il rapporto con un miglior amico insopportabile dai riccioli curatissimi, una moglie a cui viene rubata misteriosamente una parrucca, un cane che quando viene tosato diventa irascibile, e soprattutto un nuovo parrucchiere: Celso, un paraguayano che ha il potere di cambiare le vite che lo sfiorano con la leggerezza affilata del suo tocco di forbici.
Storia dei capelli prosegue la trilogia di romanzi indipendenti sugli anni Settanta in Argentina che Pauls ha inaugurato con Storia del pianto.
Non c'è giorno che lui non pensi ai capelli. A tagliarli molto poco, a lasciarli crescere, a non tagliarli più, a farsi rapare a zero, a radersi la testa per sempre. La soluzione definitiva non esiste.
Alan Pauls