Volevo scrivere una poesia, invece ho fatto una torta
Grace Paley non vuole essere una poetessa della natura, del paesaggio, dell'idillio, della bellezza fini a se stesse. Non vuole e non può mettersi davvero il cuore in pace se per donne e uomini pace ancora non c'è. Roberto Galaverni - la Lettura del Corriere della Sera
Senza aver mai scritto un romanzo ma solo tre fondamentali raccolte di racconti, oltre a numerosi saggi e poesie, Grace Paley è considerata una delle maestre della letteratura americana del Novecento.
Questo libro presenta quarantuno poesie (finora quasi tutte inedite in Italia) che l’autrice scrisse nell’ultima parte della sua vita, trascorsa perlopiù nelle campagne del Vermont, fuori dalla brulicante, chiassosa New York in cui aveva ambientato la sua opera in prosa. Ma i temi e la sensibilità rimangono gli stessi: dialoghi domestici, bambini che diventano adulti, adulti che diventano anziani, la preoccupazione per la società, il femminismo, la famiglia, l’impegno politico e il pacifismo, a cui si aggiunge il rapporto con la natura, vibrante e appassionato come ogni relazione che l’autrice intesse con il mondo.
«Coraggiosa, combattiva, ironica, generosa, innamorata», così Paolo Cognetti nella sua prefazione definisce Grace Paley, una scrittrice dalla voce inconfondibile che unisce la profondità degli argomenti alla leggerezza nell’affrontarli e che, come succede con i veri classici, continua anche dopo la morte a sembrarci straordinariamente attuale.
Leggi un estrattoSe hai notato che la gente ha modi
un po' nervosi pensa alle nazioni intere
quelle sono assolutamente patologiche