In questi giorni la redazione si è sparpagliata nelle case di tutti noi: ecco allora i dispacci dalle sedi distaccate di SUR, che mai come adesso si sente una CASA editrice. Oggi scrive Chiara Gualandrini, redattrice.
Cari lettori,
ho perso il conto di quante volte ho scritto e riscritto queste poche righe. Le mie parole suonavano sempre troppo banali, troppo tristi o troppo frivole: sì, scrivevo, ma nello stesso momento in cui premevo il tasto «salva» il mio stato d’animo non era più lo stesso e cancellavo tutto. Quindi ho deciso di non farmi prendere dall’ansia da prestazione e raccontarvi semplicemente quello che, credo, vi interessi più di ogni altra cosa: i libri che ci stanno tenendo compagnia in questi giorni.
Stiamo leggendo tanto per continuare a scovare voci e storie che raccontano le sfaccettature della nostra modernità in modo inedito – ma con delicatezza e passione –, per continuare a darvi, e a dare a noi stessi, la possibilità di volare nello spazio di poche pagine in quel paese dell’America Latina che avreste sempre voluto visitare, o essere catapultati in universi distopici e fantascientifici, diversi dal nostro solo in apparenza. Stiamo provando a capire quando usciranno i libri che abbiamo già stampato e cosa ne sarà di quelli che sono ancora in produzione. Ma il lavoro di un redattore è soprattutto pratico: ci sono le grafiche per la promozione da inventare, i pdf a cui dare un’ultima occhiata prima della stampa, le bozze da correggere e le nuove uscite da impaginare.
In questi giorni grazie ai nostri autori ho esplorato dal mio divano la Bolivia più selvaggia in cerca della leggendaria città di Paitití insieme alla famiglia Erlt di Rodrigo Hasbún (di cui vi ha già parlato Giulia qui, mi sono immersa nella grazia senza precedenti della scrittura di Ali Smith e del suo nuovo romanzo Primavera (di cui vi lascio un assaggio qui sotto), mi sono fatta cullare dai segreti e dai non detti che si insinuano nel gruppo di amici che animano La casa dei Gunner e nei prossimi giorni metterò in pagina un nuovo libro di Samanta Schweblin che uscirà in autunno.
Potevo avere dei compagni di viaggio peggiori, dopotutto!
Ora, quello che non vogliamo sono i Fatti. Quello che vogliamo è lo sconcerto. Quello che vogliamo è la ripetizione. Quello che vogliamo è la ripetizione. Quello che vogliamo è sentire i potenti dire che la verità non è la verità. Quello che vogliamo sono deputati eletti in parlamento che dicono qualcuno prima o poi le ficcherà un bel coltello caldo in pancia e girerà la lama o cose tipo portati il cappio da casa vogliamo sentire membri della maggioranza nella camera dei comuni che gridano ammazzati a un parlamentare dell’opposizione vogliamo potenti che dicono di voler vedere altri potenti fatti a pezzi e conservati in sacchetti nel freezer di casa […] Quello che vogliamo è l’indignazione l’infrazione la distrazione. Quello che ci serve è diffondere l’idea che il pensiero sia una cosa elitaria che la conoscenza sia una cosa elitaria quello che ci serve è che la gente si senta trascurata diseredata quello che ci serve è che la gente si senta. Quello che ci serve è il panico vogliamo il panico a livello subcosciente vogliamo il panico anche a livello cosciente. Ci servono le emozioni… vogliamo il moralismo vogliamo la rabbia.
Ali Smith, Primavera, traduzione di Federica Aceto
Ma il tempo per stare in casa è fin troppo, quindi ne approfitto per smaltire la pila di libri che negli ultimi mesi si era accumulata minacciosa sul mio comodino.
Nei primi giorni di isolamento ho faticato a trovare la concentrazione, ma devo dire che le stupende poesie dell’Infinito senza farci caso di Franco Arminio e la nuova edizione di Quando tutto diventò blu di Baronciani mi hanno aiutato a trovare il giusto ritmo.
A presto,
Chiara
p.s. Tanto vale dirvi tutto, la mattina faccio fatica a carburare e ho bisogno di una sferzata di energia: questa mattina la mia salvezza sono i banana pancake.
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