Il marmo di César Aira sta per arrivare in libreria. Pubblichiamo la particolare storia dell’edizione originale, pubblicata in Argentina da La Bestia Equilátera nel 2011.
«Le tre quarte di copertina di El mármol»
traduzione di Tessa Bernardi
El mármol di César Aira è stato pubblicato nel 2011 dalla casa editrice argentina La Bestia Equilátera in 1500 copie con tre diverse copertine e relative quarte di copertina (500 per ciascuna). E l’editore ha motivato in questo modo la curiosa scelta: «È noto che César Aira pubblica diversi libri all’anno, con case editrici diverse in diverse città del mondo. Nessuno ha un’idea esatta del numero di libri che ha pubblicato finora, e sospettiamo che nemmeno lui lo sappia. Noi l’abbiamo sempre ammirato molto, e quando ci è arrivato El mármol, un romanzo pieno di sorprese, ci siamo proposti di rendere omaggio ad Aira e alla sua opera proliferante a partire dall’edizione stessa. Abbiamo avuto un’idea semplice e divertente: fare tre copertine, ciascuna con una diversa quarta di copertina. Malgrado la sua brevità, il romanzo stesso invitava a varie letture, a vari modi di “entrarvi”, e questo è ciò che abbiamo tentato di suggerire». La copertina con cui il romanzo è stato ristampato varie volte, opera di Juan Pablo Cambariere, è quella che è piaciuta di più ai lettori e che si trova ora in libreria, ma sono tutte piuttosto interessanti, così come i bozzetti scartati, e si possono vedere qui.
Anche le quarte di copertina, pur nei limiti di spazio imposti a questo tipo di testi, riflettono nella loro diversità alcuni aspetti essenziali del libro invogliando, ciascuna a modo suo, a una particolare lettura. Le proponiamo qui di seguito.
1.
Un giorno, seduto su una lastra di marmo, il narratore del romanzo osservò il proprio corpo nudo e provò un’«intima soddisfazione». Ma in quale circostanza sarà accaduto? Se lo sarà sognato? Se lo sarà immaginato? Il marmo è un lungo viaggio alla ricerca di una spiegazione nei territori della memoria e della fantasia.
Durante il cammino, oltre a una strana amicizia, appariranno supermercati cinesi, mondi extraterrestri uguali al nostro e un rospo di pietra (che palpita) in cui si condensano le sorti dell’umanità, o almeno quelle di un paio di paladini improvvisati.
L’io narrante è l’avventura nascosta in quest’avventura e, come in un gioco delle rivelazioni, César Aira tratteggia il profilo di un uomo melanconico, colpevole, xenofobo e mantenuto dalla moglie, a cui la realtà (inattesa, come in ognuno dei suoi romanzi) ha riservato una nuova alleanza con la vita.
2.
Un uomo va a fare acquisti in un supermercato cinese e il cassiere, al posto del resto, gli offre alcune carabattole, tra cui dei misteriosi globuli di marmo. Una volta uscito, è l’incontro con un ragazzo a mettere in moto una serie di avventure che comportano un premio finale, la scoperta di una cava nascosta sotto Flores e di una combriccola di commercianti cinesi giunti da un altro pianeta, identico al nostro. La vita (e non solo quella dei personaggi) acquisisce nuove dimensioni.
Con César Aira entriamo subito nel mondo della favola. Stavolta il protagonista segreto è un rospo di pietra, un ornamento dimenticato, sepolto in un giardino: «A rigor di termini, l’immaginazione a cosa serve? Non è anch’essa, e proprio essa in primo luogo, un oggetto privo di funzione apparente incrostato nella mente? Sono gli oggetti strani a crearle una funzione…»
Nel romanzo Il marmo, i temi di Aira (le giravolte provocate da una semplice transazione monetaria, la ripetizione e la proliferazione, l’insolito nel quotidiano, il microscopico e il cosmico) raggiungono una condensazione sorprendente. Un entusiasmo unico e delicato si impadronisce del romanzo e del lettore, che si trova catturato dall’incantesimo di chi scrive credendo che la letteratura sia il migliore dei giochi (dei mondi) possibili.
3.
In mancanza di spiccioli, il cassiere di un supermercato cinese invita il protagonista del romanzo a scegliere qualcosa da prendere tra un mucchio di cianfrusaglie. Rassegnato, l’uomo scova per caso delle pile cinesi, un occhio di gomma che si illumina, una tabella delle proteine, una fibbia dorata, una lente d’ingrandimento a forma di cucchiaino, un anello di plastica e una macchina fotografica grande quanto un dado. Ignora che una volta uscito lo aspetterà una grande avventura e che in ogni capitolo delle sue peripezie potrà affidare una funzione insolita a quegli oggetti all’apparenza inutili.
I romanzi di César Aira fanno appello a un lettore che sia disposto a cimentarsi col gioco dell’improvvisazione. Con l’irriverenza di un bambino e l’innocenza di un artista geniale, Aira ottiene un risultato impossibile: dare la sensazione che la storia raccontata stia prendendo forma, frase dopo frase, nel tempo presente del lettore.
Erede delle avanguardie del ventesimo secolo, César Aira ha trovato nel suo metodo di scrittura una scorciatoia verso la fonte primordiale della narrazione e, con oltre sessanta romanzi pubblicati, ha creato un’opera votata al rischio e sfiorata dalla grazia di una libertà fuori dal comune.
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