In questi giorni la redazione si è sparpagliata nelle case di tutti noi: ecco allora i dispacci dalle sedi distaccate di SUR, che mai come adesso si sente una CASA editrice. Oggi scrive Selena Daveri, direttore commerciale.
Cari lettori,
all’inizio di gennaio ho comprato un’agenda rossa e mi sono divertita a riempirla di note: fiere, presentazioni, appuntamenti con librai, agenti e distribuzione. Questo 2020, almeno sulla carta, si preannunciava febbrile. Sfogliare quelle pagine oggi è surreale, sembra di vivere una realtà parallela.
Sono l’ultima arrivata in casa SUR, ma ci si abitua in fretta all’atmosfera di via della Polveriera. Le riunioni di redazione infinite, la vitalità creativa, i pranzi con i colleghi… ora che il mio unico compagno d’ufficio è un gatto ho nostalgia di tutto, perfino degli spazi ristretti e del caos di cui ci siamo lamentati ogni giorno (pazzi!). Proprio la nostalgia è uno dei temi centrali di Ricordo e non ricordo, l’antologia che raccoglie i migliori racconti dello scrittore messicano José Emilio Pacheco, tutti tradotti da Raul Schenardi, e che contiene un brano delizioso e imperdibile per tutti noi gattari. Inizia così:
TRITTICO DEL GATTO
Biografia del gatto
La Genesi non lo dice, ma il gatto deve essere stato il primo animale sulla terra, il nucleo a partire dal quale si sono generate tutte le specie. Durante uno dei suoi vagabondaggi per il pianeta fumante, il gatto inventò gli esseri umani. L’intenzione era di crearci a sua immagine e somiglianza. Un errore imprevisto gli fece formare gatti imperfetti. Se si potesse provare che discendiamo dal gatto, sarebbe indispensabile una ristrutturazione delle scienze. Cosa troppo scomoda per i sapienti, che infatti preferiscono non indagare sulle nostre origini.
Nel corso dei secoli, per rifarci di tanti svantaggi, abbiamo imparato a parlare. Il gatto, invece, è rimasto imprigionato nel carcere dei sensi. Ciononostante, ha affinato astuzia e sapienza. Alcune religioni primitive lo divinizzarono. Nel Medioevo gli furono attribuiti poteri maligni e patti soprannaturali. Venne perseguitato con l’accusa di partecipare a sabba insieme a diavoli e fattucchiere. Oggi è diffuso nel mondo intero come animale domestico. È parte integrante della famiglia. Gli vengono riservati il rispetto e la diffidenza che ogni essere superiore ispira.
Quelli che lo amano e quelli che lo detestano sono concordi nell’attribuirgli qualità fantasmagoriche: disporre di sette vite, annunciare disgrazie se è di colore nero, e un’infinità di altre cose che non lo impressionano affatto; la sua personalità è indifferente all’opinione altrui. È sempre gatto, proprio come quando era adorato dagli egiziani o perseguitato dall’ignoranza e dalla crudeltà di epoche oscure come la nostra. Ora come allora resiste alla seduzione o alla sfida degli sguardi: non batte ciglio davanti a nessuno.
José Emilio Pacheco, Ricordo e non ricordo, traduzione di Raul Schenardi
Quello del commerciale è da tutti considerato il meno romantico tra i mestieri del libro. È facile intuire il motivo: il commerciale deve vedersela con numeri, vendite, promozione e altre cose noiosissime rispetto alla magia della lettura. Ma c’è un lato sentimentale anche in questo lavoro. Tra i compiti del commerciale c’è infatti quello di accompagnare il libro in tutto il suo percorso: dalla tipografia alla libreria, fino a casa del lettore. Non si tratta soltanto di compilare scartoffie, ma soprattutto di coltivare relazioni, presentare il lavoro dei colleghi e raccontare le nostre storie a librai attenti e appassionati, pronti a loro volta a condividerle con i lettori.
Con il lockdown e la chiusura delle librerie questo dialogo si è interrotto: mail, telefonate, ordini, spedizioni… tutto si è bloccato di colpo. Poi, con il passare dei giorni, abbiamo iniziato a immaginare nuovi modi per resistere e continuare a far circolare libri e storie. Lo stesso hanno fatto i librai, offrendo spedizioni a domicilio e servizi originalissimi (kit di sopravvivenza, pacchetti sorpresa, consulenze telematiche, buoni regalo).
Il flusso di mail è ripartito, il telefono ha squillato ancora e le relazioni sono tornate protagoniste. Certo la situazione resta durissima, ma l’emergenza ha generato un forte senso di comunità. In questi giorni, ad esempio, sto collaborando con i commerciali di altre case editrici amiche a un’iniziativa dedicata ai lettori che partirà in settimana (seguiteci sui social per saperne di più!).
Mentre lavoro al lancio di Primavera di Ali Smith, una storia luminosa e piena di speranza che non vediamo l’ora di farvi leggere, ho ritrovato le atmosfere magnetiche e surreali di Samanta Schweblin tra le pagine di Distanza di sicurezza, che presto riporteremo in libreria.
Ho fatto il pieno di umanità con Vite che non sono la mia di Carrère (Adelphi), e incontrato ancora una volta la splendida voce di Tiffany McDaniel, il suo Sul lato selvaggio (Atlantide) è stato l’ultimo libro che ho comprato entrando fisicamente in libreria. Intanto tengo a bada l’astinenza da cinema guardando vecchi classici, cucino più di quello che potrei permettermi di mangiare e ascolto musica bellissima. Restiamo in casa, mi raccomando.
Un abbraccio a tutti e buone letture,
Selena
Condividi