Pubblichiamo oggi un articolo della giornalista free-lance Gabriella Saba sul fenomeno musicale dei narcocorridos messicani. Il testo è già uscito domenica 30 giugno su «Lettura», il supplemento domenicale del «Corriere della Sera».
Consigliamo vivamente di accompagnare la lettura con l’ascolto di alcuni brani, citati nell’articolo, avvertendo i nostri affezionati lettori che sono a dir poco orripilanti.
El Komander, Mafia nueva
Enigma norteño, Los placeres de Archivaldo
Los Tigrs del Norte, La Reina del Sur
Larry Hernández, Gente Vip
Ai concerti di El Komander ed Enigma Norteño, un pubblico esagitato simula, ballando, il gesto di sparare o di sgozzare, ma il motivo sfugge se non si ascoltano le parole. I musicisti sul palco hanno faccioni sorridenti e pancette impiegatizie. A volte indossano cappelli da cow boy e stivali. La musica ha la cadenza tranquillizzante dei ritmi da balera: un folk melodico eseguito con l’onnipresente acordeón. Il quadro d’insieme avrebbe insomma un impatto trasgressivo piuttosto blando se non fosse per i testi, appunto. “Mi salvo la pelle con un lancia granate… dicono che sono molto sanguinario perché i nemici ho torturato”. Oppure: “Mi hanno soprannominato il giustiziere, quello che fa saltare le teste… Nato nel Sinaloa, dove si impara ad ammazzare, ho sangue da combattente e l’ordine di eseguire”.
Sia El Komander sia gli Enigma fanno parte della corrente musicale del Movimiento Alterado, versione moderna e violentissima dei tradizionali narcocorridos: le musiche popolari che raccontano, a volte celebrandole, le gesta dei narcos. Un genere amato non solo nel Messico del Nord da dove arriva la maggior parte degli autori, ma anche da molti latini degli Stati Uniti e in minor misura in Colombia. Basti dire che Los Tigres del Norte, una delle band più antiche, hanno venduto trentacinque milioni di dischi, vinto sei Grammy e prodotto 21 cd tra cui i popolarissimi Contrabando y Traición e La Reina del Sur, a cui si è ispirato lo scrittore spagnolo Arturo Pérez–Reverte per l’omonimo romanzo. Esponenti del narcocorrido più classico e a suo modo romantico, Los Tigres non vedono con simpatia le nuove leve, che accusano di avere snaturato il genere. Nelle canzoni di oggi, non solo il cantante racconta le avventure del narcos in prima persona (con spreco di decapitazioni e stragi), ma gran parte dei testi è dedicata a celebrare il mondo di nuovi ricchi che, grazie ai narcopesos, vestono Armani e girano in Ferrari, circondati da ragazze strepitose come nella canzone Gente Vip del ventitreenne Larry Hernández.
La diffusione dei nuovi narcocorridos ha scatenato un’infinità di polemiche, tanto che da diversi anni quasi tutti gli Stati messicani ne hanno proibito la diffusione radiofonica mentre il governatore dello Stato di Sinaloa ne ha vietato, nel 2011, l’ascolto nei bar e locali notturni. Lo scorso febbraio, però, la Suprema Corte de Justicia de la Nación ha annullato quest’ultimo divieto.
La maggior parte dei cantanti alterados negano d’altronde di voler istigare alla violenza. “Le mie canzoni raccontano quello che succede in Messico”, ha dichiarato Alfredo Ríos, El Komander. “Nella mia musica la gente ascolta la realtà”. In Stati come Sinaloa e Chihuaha (dove gli omicidi per traffico di droga sono la principale causa di morte) la realtà è una povertà diffusa, sottocultura e migliaia di giovani per cui il mondo dei narcos è ancora attraente nonostante i pericoli e la bassissima aspettativa di vita.
Tra i più a rischio, nel bailamme di guerra tra bande che dilania il Messico, ci sono proprio gli autori di narcocorridos, molti dei quali vengono uccisi per un brano sgradito a un Cártel. L’ultimo omicidio è quello di Chuy Quintanilla, “giustiziato” nell’aprile scorso in Texas con due colpi di pistola alla testa.
E dire che qualche autore manda in anteprima ai narcos i testi delle canzoni, come dichiara di aver fatto il produttore discografico Omar Valenzuela per Los sanguinarios del M1, prodotta soltanto dopo avere ricevuto il placet del Cartello di Sinaloa e visualizzata tredici milioni di volte su youtube. Insieme al fratello Adolfo, Omar ha fondato a Los Angeles la Twiin Enterprises che si occupa di lanciare nuovi talenti latinoamericani. I giovani interpreti del Movimiento Alterado (molti dei quali vivono oggi in quella città), sono al momento tra i più apprezzati, anche perché hanno cominciato a “globalizzarsi”: cappellini da baseball si alternano ai cappelli texani, scarpe da tennis di marca agli stivali. Anche la musica si sta aggiornando, pur mantenendo l’impianto che ricorda il liscio. Nei brani recenti il ritmo è più regolare, arrangiamenti moderni e l’introduzione della tuba si innestano nello stile classico. E infine ci sono i video, molti dei quali mostrano esecuzioni, rotoli di banconote e cocaina come elementi della vita di tutti i giorni. O almeno di quella fuori dalle righe dei narco-eroi.
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