Addams Family

Le grandi famiglie disfunzionali della narrativa: 10 consigli di lettura

Cynthia D'Aprix Sweeney BIGSUR, Scrittura

Da Jonathan Franzen a Zadie Smith, Cynthia D’Aprix Sweeney racconta dieci grandi famiglie «disfunzionali» della narrativa contemporanea. L’articolo è apparso per la prima volta su Electric Literature, che ringraziamo.

di Cynthia D’Aprix Sweeney
traduzione di Simone Orsello

Nel periodo in cui lavoravo al mio libro, The Nest, la domanda che più mi terrorizzava era: «Di che cosa parla?» È una domanda ragionevole, naturalmente, e il fatto che non mancasse mai di sconcertarmi era imbarazzante e, temevo, indicativo di una qualche mollezza d’intenti, di chiarezza o di impegno. Quando con un po’ di esitazione cercavo di darvi risposta, bofonchiando qualcosa su soldi e fratelli adulti e distanti, il mio ascoltatore perplesso finiva quasi sempre per dire: «Ah, quindi parla di una famiglia disfunzionale?»

Forse?

Non mi è mai piaciuto quel descrittore, perché tutte le famiglie hanno la loro dose di funzionalità e disfunzionalità; è solo una questione di percentuali. Le famiglie strettamente funzionali, siamo sinceri, sono un po’ noiose, nella letteratura come nella vita. Amo il senso dell’avventura degli Ingalls e la determinazione delle sorelle March, ma se mi ritrovassi a dover passare del tempo con una famiglia proveniente da un libro, ne sceglierei una con un po’ più di pepe, briosa, un gruppo con alleanze mutevoli, rancori esacerbanti, memorie difettose e comportamenti imprevedibili. Vorrei riunioni chiassose popolate da gente che ha storie interessanti da raccontare, e con la classica persona che non riesce mai a tenere la bocca chiusa. Eccovene quindi alcune tra le mie preferite, senza nessun ordine particolare.

1. I Lambert da Le correzioni, di Jonathan Franzen

correzioni

Lo so, è banale, ma cosa posso farci? Vorrei soltanto fare due chiacchiere con Denise, che ormai non potrà più permettersi di vivere a Brooklyn. Immagino che oggi gestisca qualche bel ristorantino a Minneapolis, per stare più vicina a Enid. Enid la inviterei a casa per una serata tra donne, magari le passerei di nascosto un po’ di Mexican A in onore dei vecchi tempi. Denise poi porterebbe un buon vino, e una volta brille cominceremmo a lamentarci degli uomini della famiglia Lambert.

2. I Cooke da Siamo tutti completamente fuori di noi, di Karen Joy Fowler

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Ho un debole per le famiglie di accademici, e in questo romanzo i genitori sono due professori universitari dalle buone intenzioni ma drammaticamente privi di limiti. Se non l’avete letto, non cercate recensioni o sinossi: il modo in cui Karen Joy Fowler riesce piano piano a rivelare i punti di svolta nella storia di questa famiglia distrutta è tanto miracoloso quanto devastante.

3. Gli Edelstein da L’inconfondibile tristezza della torta al Limone, di Aimee Bender

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A proposito di mancanza di limiti, l’inizio del romanzo di Aimee Bender lo porto ancora insieme a me, anni dopo il primo incontro, con la novenne Rose Edelstein che mangia un pezzo di torta al limone preparata dalla madre e riesce a sentirne la tristezza e l’infelicità, e decide di caricarsi quel fardello sulle spalle.

4. I Belsey e i Kipps da Della bellezza, di Zadie Smith

della bellezza

Non una, ma ben due famiglie di accademici popolano questo libro intelligente, divertente e generoso che è, in parte, un omaggio a Casa Howard. Zadie Smith sviscera brillantemente matrimonio, amicizia, vita di famiglia, politica, identità, convinzioni e compromessi personali, accademia, Rembrandt e, naturalmente, la natura elusiva e il valore relativo della bellezza.

5. I Mellow da La posizione, di Meg Wolitzer

Questo libro lo consiglio di continuo, perché è divertentissimo. Genitori adulteri che si comportano come bambini viziati, bambini feriti che si comportano come bambini viziati, tutti offesi dal comportamento degli altri pur ostinandosi a non voler vedere le proprie debolezze. E poi è di Meg Wolitzer, quindi è salace, spassoso e intelligente. Vi ho parlato della posizione sessuale misteriosa? C’è una posizione sessuale misteriosa.

6. I Crane da The Past, di Tessa Hadley

Un’estate, quattro fratelli e sorelle già grandi con parenti vari si riuniscono tre settimane per decidere se tenere o vendere la casa di famiglia. Le descrizioni della casa e della campagna del Somerset che la circonda sono tanto incantevoli ed evocative che se la vedessi, probabilmente, la riconoscerei, e finirei per suonare il campanello e autoinvitarmi a bere un tè con questi fratelli complicati e polemici, impegnati a tentare di conservare il loro passato e di sfuggirvi allo stesso tempo.

7. I Middlestein, di Jami Attenberg

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Ah, se potessi mangiare i ravioli di carne al vapore con Edie! Sono cresciuta nei sobborghi di Rochester, New York, che hanno molte più cose in comune con Chicago che con New York City, e mi rivedo in ciascuno dei membri di questa famiglia del Midwest e nelle loro particolari afflizioni. Mi piacerebbe tantissimo tuffarmi nella brillante scena del bar mitzvah e andare di tavolo in tavolo ad ascoltare gli amori, le angosce, le storie e le speranze dentro quella stanza.

8. Mrs. Bridge e Mr. Bridge, di Evan S. Connell

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Sarebbe bello passare qualche ora con India Bridge, anche se non le starei simpatica. Forse mi chiederebbe di prepararle qualcosa da bere (probabilmente un whisky sour), e io le rabboccherei il bicchiere di tanto in tanto, senza farmi vedere. Le direi che si merita ciò che desidera e che deve smettere di preoccuparsi tanto dei figli, e le leggerei la prima frase di Mr. Bridge: «Spesso, pensava: La mia vita è cominciata quando l’ho conosciuta».

9. Nomi e Ray da Un complicato atto d’amore, di Miriam Toews

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Miriam Toews è una scrittrice tanto potente che mi basta intravedere il sottile dorso rosa di questo libro sul mio scaffale per avvertire un’ondata di tristezza. Adoro questa problematica famiglia di mennoniti, compresi i due personaggi che sono già scappati dalla claustrofobica comunità del Manitoba ed esistono principalmente nei flashback che raccontano il crollo graduale della famiglia. La sedicenne Nomi è sicura che il suo posto sia a New York – o quantomeno lontano dal posto in cui vive – se non fosse per quel «complicato atto d’amore» che tiene lei e il padre vicendevolmente legati fino a quando uno dei due non cede.

10. Gli Ziller da Model Home, di Eric Puchner

Ambientato in una città di mare a sud di Los Angeles nella metà degli anni Ottanta, il libro di Eric Puchner ci racconta una famiglia sull’orlo dell’implosione che sta per essere distrutta dai soliti, vecchi demolitori di famiglie: soldi e segreti. Vorrei soprattutto prendere la sedicenne Lyle (diminutivo di Delilah) sotto la mia ala protettiva, non solo per proteggerla dalla follia e dall’autodistruzione del padre, ma perché è imperfetta in un modo estremamente riconoscibile, è intelligente e arguta, è una sopravvissuta.

© Cynthia D’Aprix Sweeney, 2016. Tutti i diritti riservati.

Cynthia D’Aprix Sweeney vive a Los Angeles con il marito e i figli. Ha conseguito un Master of Fine Arts presso il Bennington Writers Seminars. Il suo primo romanzo, The Nest, sarà pubblicato a novembre da Frassinelli.

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