Los sinsabores del verdadero policía

redazione Autori, SUR

Pubblichiamo una recensione di Rossana Miranda dell’opera postuma di Roberto Bolaño Los sinsabores del verdadero policía, pubblicata nel 2011 in Spagna da Anagrama.

di Rossana Miranda

Per chi pensava che 2666 (Adelphi, 2009) fosse la più grande opera di Roberto Bolaño, o per chi credeva che Il terzo Reich (Adelphi, 2010) fosse l’ultimo libro che potesse esserci sugli scaffali dell’autore cileno morto prematuramente, è arrivata un’altra sorpresa: Los sinsabores del verdadero policía. L’opera è stata scritta negli anni ’80 e la decisione di pubblicarla è stata una scelta della vedova di Bolaño, Carolina López, madre dei suoi due figli e curatrice dei diritti dell’autore.
Non era un manoscritto dimenticato nel fondo del cassetto, appartenente a quegli anni complessi in cui Bolaño si dedicava ai più stravaganti mestieri (commesso, vendemmiatore, custode notturno) per guadagnare uno stipendio; tempi in cui la letteratura era soltanto la passione e non la fonte della sua gloria. A Los sinsabores del verdadero policía Bolaño dedicò impegno e attenzione negli ultimi mesi precedenti la sua morte,  il 14 luglio del 2003.
Uscito a gennaio 2011 dai tipi di Anagrama, questo romanzo è il germe di 2666 e anche di I detective selvaggi (Sellerio, 2009). Ci sono anche sfumature di Stella distante (Sellerio, 2009) e Chiamate telefoniche (Sellerio, 2000). Sono circa 300 pagine in cui si intravedono alcuni personaggi dei romanzi precedenti come Von Archimboldi, l’enigmatico scrittore tedesco o l’inquieto Amalfitano di 2666.
L’editore Jorge Herralde sostiene che Los sinsabores del verdadero policía è nella stessa linea dei migliori romanzi di Bolaño. Anche se molti lettori, scrittori e critici credono che non sia giusto nei confronti dell’autore pubblicare testi che non sono stati corretti da lui e giudicano la scelta una strategia di mercato. L’inedito uscirà anche in inglese, francese, italiano e tedesco, grazie ai contratti chiusi un anno da Andrew Wylie (conosciuto come Lo Sciacallo), nuovo agente di Bolaño.
“Per Padilla, ricordava Amalfitano, esisteva la letteratura eterosessuale, omosessuale e bisessuale. I romanzi generalmente erano eterosessuali. La poesia, invece, assolutamente omosessuale. Dentro l’immenso oceano di questa si distinguevano: “maricones, maricas, mariquitas, locas, bujarrones, mariposas, y filenos”, scrive Bolaño.
Il romanzo si divide in cinque parti: “La caduta del muro di Berlino”, “Amalfitano e Padilla”, “Rosa Amalfitano”, “J.M.G Arcimboldi e “Assassini di Sonora”. Un mix di quelli che sono i protagonisti ricorrenti di Bolaño, un romanzo ad appunti dove lo scrittore si segnava quello che sarebbe il retro-pensiero dei suoi personaggi. L’inizio è la parte più riuscita, più coinvolgente, e potrebbe essere un monologo, un sogno del personaggio “Piel divina” di I detective selvaggi, premio Rómulo Gallegos 1999.
“Che la cosa più importante era leggere e viaggiare, forse la stessa cosa, senza fermarsi mai…. che leggendo si imparava a dubitare e a ricordare. Che la memoria era l’amore”, scrive Bolaño. In questo nuovo libro postumo si troveranno temi ricorrenti come il destino, l’esilio, l’amore e la letteratura. Quasi il 50% del testo era nel computer mentre il resto era su fogli di carta con correzioni dell’autore ai margini. Saranno vendute pure quelle?
Questo romanzo è stato annunciato dall’autore nel 1995 in una lettera inviata ad un suo amico: “Da anni lavoro ad un romanzo con il titolo Los sinsabores del verdadero policía, che sarà il MIO romanzo. Il protagonista è un vedovo di 50 anni, professore universitario (con una) figlia di 17, che se ne va a vivere a Santa Teresa, città vicina alla frontiera con gli Stati Uniti. Ottocento pagine, un imbroglio demenziale che nessuno capirà”, aveva scritto. Forse Bolaño intendeva 2666 o un altro libro ancora che presto vedrà la luce. In Italia è ancora attesa per l’uscita di questo inedito del padre del “realvisceralismo”, quella inspiegabile e complessa corrente di pensiero e di sentire che Bolaño si è inventato in I detective selvaggi. Per chi non ha mai letto questo autore di culto latinoamericano Los sinsabores del verdadero policía è sicuramente il migliore modo di avvicinarsi senza dovere combattere con la digestione di un libro di circa 1000 pagine come lo sono i suoi precedenti.


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