Vi presentiamo oggi un sito dedicato ai graffiti che compaiono nelle strade di Buenos Aires
di Raul Schenardi
Senza scomodare i disegni cavernicoli dei nostri antenati, è sotto gli occhi di tutti la proliferazione, almeno negli ultimi vent’anni, di graffiti, street art, stencil, nelle strade di tutte le metropoli mondiali. (Oltre che nelle gallerie d’arte, nelle stazioni della metropolitana e nelle pubblicità delle case di moda.) Buenos Aires, naturalmente, non fa eccezione, e grazie alla brillante idea di tre portegni non è necessario andare fin lì per avere un’idea di quello che si scrive e si dipinge nelle strade della capitale argentina.
Alejandro Gurri, Fernando Aita e Tomy Lucadamo, infatti, hanno pensato bene di raccogliere in un sito web tutti i graffiti che compaiono via via e rischiano di scomparire per sempre poco tempo dopo, scritture effimere per eccellenza.
Grazie a un finanziamento del Fondo Nacional de las Artes e con un sussidio del Fondo Metropolitano de la Cultura, las Artes y las Ciencias, hanno realizzato un sito web che, come scrivono, è «un invito a guardare la città con altri occhi, riflettere e discutere su quello che ci dicono i muri. Condividere foto e testi di graffiti, situarli su una mappa, tracciare collegamenti fra le voci che si fanno sentire nelle strade. Percorrere il paesaggio urbano a partire da quello che le persone scrivono negli spazi aperti. Costruire un archivio visuale e linguistico delle idee e dei sentimenti che si esprimono nelle strade. GraFiTi è una costruzione aperta e continua. L’idea è quella di indicare dei percorsi per i graffiti della città e registrare quegli scritti fugaci come se fossero le pagine sciolte di un libro collettivo».
L’iniziativa ha avuto un notevole successo, coinvolgendo numerosi internauti e flaneurs che inviano foto con i loro commenti arricchendo quotidianamente l’archivio, organizzato in una ventina di sezioni tematiche fra cui: Amore, Deliri, Consigli e richieste, Misticismo, Politica, Sesso, ecc.
Qualche perla: “Più amore per favore”, “Portami nel paradiso del tuo letto”, “Se vedi il futuro, digli di non venire”, “Apri la tua mente, demente”, “Se volete il mio voto, baciatemi il culo”, “Oggi vendono il mare, domani il cielo”, “Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio”.
Il sito è anche dotato di una mappa cittadina, dove si può individuare con un colpo d’occhio la presenza di certi graffiti in determinate zone. E si organizzano safari fotografici domenicali per scoprire sempre nuove scritte.
Interessante anche il blog, dove accanto a interviste a famosi graffitisti (come il francese Blek le Rat, gli argentini di Vómito Attack e Buenos Aires Stencil, famosi per lo stencil di Bush con le orecchie di Mickey Mouse) compaiono saggi di approfondimento sulle tematiche della street art e testi, fra gli altri, del famoso muralista messicano David Alfaro Siqueiros e dello scrittore Jorge Barón Biza, che ha raccolto i graffiti lasciati dai detenuti sulle pareti delle celle del carcere di Bouwer.
Non vi resta che dare un’occhiata: www.escritosenlacalle.com
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