Domani ricorre il novantesimo anniversario della nascita del prolifico scrittore di fantascienza Richard Matheson. Lo ricordiamo pubblicandone un profilo, tratto dal dizionario per autori La letteratura americana dal 1900 a oggi, curato da Luca Briasco e Mattia Carratello, edito da Einaudi. Ringraziamo l’autore, i curatori e la casa editrice.
di Umberto Rossi
Narratore e sceneggiatore, Richard Burton Matheson nasce nel 1926 ad Allendale, un piccolo centro del New Jersey, da una coppia di immigrati norvegesi. Esordisce come scrittore su una rivista pulp, The Magazine of Fantasy and Science Fiction, nel 1950, con un racconto rappresentativo della sua produzione a venire: «Nato d’uomo e di donna» («Born of Man and Woman»). Si tratta del diario di un bambino di otto anni tenuto incatenato in cantina dai propri genitori e frequentemente malmenato. La simpatia del lettore va al narratore, creduto vittima di abusi da parte di una coppia di squilibrati; ma alla fine del racconto si scopre che il bambino ha sangue verde, ha più di due gambe, e spaventa i cani. Nella normalità di una famiglia americana, nascosti in cantina, s’annidano l’orrore, la disperazione, la solitudine.
Matheson non è semplicemente un competente artigiano della letteratura di genere, valido anche come sceneggiatore cinematografico e televisivo (va menzionata la sua cospicua partecipazione alla serie televisiva Ai confini della realtà); dimostra infatti una considerevole capacità di leggere l’orrore della condizione tardomoderna nelle situazioni più banali e renderlo in racconti dallo stile sobrio, a momenti quasi scabro, ma dal potente impianto immaginativo. Lo stesso può dirsi per il racconto «Su dai canali» («Through Channels»), del 1951, dove una famiglia americana abituata a trascorrere le serate davanti al televisore è vittima di un orrore insinuatosi attraverso il tubo catodico, forse uscito dallo schermo, forse entrato nella psiche degli spettatori per spingerli a compiere una strage. E quando lo scrittore affronta il classico tema del vampirismo nel romanzo Io sono leggenda (I Am Legend, 1954), ripetutamente portato sul grande schermo, lo fa trasformando il soprannaturale in una misteriosa malattia sulla quale indaga con strumenti scientifici l’unico uomo rimasto che non si nutra di sangue umano e che viva di giorno, considerato però un mostro nel nuovo mondo popolato di vampiri. Dal soprannaturale ottocentesco alla fantascienza, quindi; col protagonista, Robert Neville, che mette fisicamente sotto il microscopio tutta la tradizionale panoplia ricevuta in eredità dal Dracula di Bram Stoker, dall’aglio ai paletti, dagli specchi alle croci, al sangue stesso.
Del 1956 è il romanzo Tre millimetri al giorno (The Incredible Shrinking Man), il cui protagonista rimpicciolisce gradualmente, finché anche il gatto di casa diviene una minaccia letale; ancora una volta la normalità della vita quotidiana si ribalta in un incubo senza scampo. Stessa situazione nel thriller paranormale Io sono Helen Driscoll (A Stir of Echoes, 1958), dove la vita ordinaria di una giovane coppia che ha comprato una villetta nel classico suburb degli anni Cinquanta viene sconvolta dalle tracce psichiche di una donna assassinata nella cantina della loro nuova casa. Nelle opere di Matheson torna spesso il tema del dubbio, il protagonista che non viene creduto o l’incertezza sulla sanità mentale di un personaggio, come nel suo primo romanzo, Ricatto mortale (The Blonde Cried Murder, 1953), un thriller dov’è presente anche il tema della paranoia: la fascinosa Peggy incontrata dal protagonista, uno scrittore reduce di guerra, è un’assassina psicotica o una vittima di coincidenze? Paranoia e solitudine sono state declinate da Matheson in numerose ed efficacissime variazioni nella sua narrativa breve (dove spesso raggiunge un’intensità superiore a quella dei romanzi). A questo riguardo va ricordato uno dei suoi racconti più impressionanti, «Eliminazione lenta» («Disappearing Act», 1953), nel quale i personaggi attorno all’io narrante – un signor Nessuno cittadino di una grande metropoli – spariscono a uno a uno, materializzando icasticamente la solitaria alienazione della tarda modernità.
Matheson si spegne il 23 giugno 2013 nella sua casa di Los Angeles, all’età di ottantasette anni.
© Giulio Einaudi editore, 2011. Tutti i diritti riservati.
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