Il 21 agosto di due anni fa ci lasciava il celebre fumettista e illustratore Sergio Toppi: pubblichiamo oggi un ricordo di Chiara Arduino (Studio Michelangelo Edizioni).
A distanza di quasi due anni dalla morte di Sergio Toppi mi sono domandata quali possano essere i motivi della sensazione di vuoto incolmabile che hanno tutti coloro che conoscono la sua opera.
Il fatto è che Toppi aveva la capacità, ineguagliata, di riunire in una sola tavola le sembianze di una persona e gli oggetti o gli animali che ne identificavano nei minimi dettagli la personalità, la provenienza e la cultura.
Mi spiego meglio: tu guardi il ritratto e in pochi secondi capisci quanti anni ha quell’uomo o quella donna, che tipo di vita ha condotto (di fatica o di riposo), se è appena uscito da una battaglia o da un salotto, guardandone le rughe del volto o delle mani capisci se ha sofferto o no, guardandone gli occhi capisci se sta tramando qualcosa ai danni di qualcuno o se è vittima di un sopruso, guardandone la postura capisci se ha un animo malvagio o se è un beato, osservandone gli abiti capisci se essi sono di lino o di cotone. Guardando la semplice linea dell’orizzonte, o ciò che d’altro c’è sullo sfondo, capisci che ora è del giorno, a che altitudine siamo, quanti gradi centigradi ci cono in quel momento.
E tutto ciò senza usare il colore, e in una sola figura, e senza didascalia e senza titolo e senza testo.
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