Presentiamo oggi un poeta cileno ospite alla Fiera del Libro di Torino, Oscar Hahn, premio nazionale di letteratura nel 2012. A parlarcene è Mario Meléndez, che firma la prefazione a Trattato di sortilegi, un volume di versi di Hahn pubblicato da Rayuela Edizioni. A seguire alcune poesie con testo a fronte, per gentile concessione dell’editore.
di Mario Meléndez
La poesia cilena ha fatto dono alla lingua spagnola di una delle sue tradizioni più significative nella prima metà del ventesimo secolo. I nomi di Gabriela Mistral (Tala), Vicente Huidobro (Altazor), Pablo de Rokha (Los gemidos), Pablo Neruda (Residencia en la tierra) e Nicanor Parra (Poemas y antipoemas) hanno nutrito il nostro patrimonio letterario con opere fondamentali la cui eco riscontriamo nell’intera poesia latinoamericana successiva. Autori non meno influenti, come Humberto Díaz Casanueva (Réquiem), Eduardo Anguita (Venus en el pudridero), Gonzalo Rojas (Contra la muerte), Stella Dìaz Varìn (Sinfonìa del hombre fósil), Enrique Lihn (La pieza oscura) e Jorge Teillier (Muertes y maravillas) completano il suddetto legame e lo trasmettono alle nuove generazioni in maniera vitale e permanente.
Oscar Hahn (Iquique, 1938) fa parte di questa tradizione. Fin dal suo primo libro, Esta rosa negra (1961) riconosciamo in lui un autore lucido e originale, la cui impronta si è man mano radicata in modo definitivo nell’attuale panorama della poesia ispanoamericana.
La sua maestria consiste nel saper fondere le forme classiche con i nuovi linguaggi e metalinguaggi, portandoli verso il suo proprio raggio d’azione. Si avvale di tutto un sistema di significati (derivazioni, palinsesti, intertestualità) che acquisiscono nel suo immaginario una forza centrifuga in grado di trascinare il lettore attraverso acque impetuose e inaspettate. Nulla gli è estraneo. Tutto risulta a lui funzionale al momento di abbordare la pagina in bianco. Le sue fonti sono molteplici, e in esse finisce per riassumere l’intero campionario di discipline dell’arte. Hahn capisce l’importanza di ogni parola, la fatica che esige un processo creativo, la sintesi in lui contenuta.
Riformula il tema dell’amore attraverso un fantasma che si trasfigura negli oggetti domestici per tornare dalla sua amata. Diventa un asciugamano, un lenzuolo, una fodera, una camicia sporca. L’abbandono e la memoria prendono vita in Mal d’amore, dove il retrogusto di uno strano erotismo si fa strada, come un’ombra che girovaga tra gli angoli, nella speranza di riprendersi quanto è stato perduto.
La presenza e la denuncia del bellicismo è un’altra delle sue caratteristiche; dall’ormai classica «Visione di Hiroshima», devastante testimonianza della seconda guerra mondiale, e punto di partenza forse di una serie di scritti che si avvicenderanno frequentemente in opere posteriori. Una presa di coscienza rivelatrice dove alla fine tutti i morti risulteranno schierati dalla stessa parte.
La morte è sempre lì, a spasso nella sua scrittura, ora ludica, ora rituale. E ci imbattiamo spesso in quel filone che porta dal solenne al festivo, tale e quale si manifesta nella cultura messicana e in tutta la sua allegoria funebre. Una morte che gli parla all’orecchio, che si siede ai piedi del suo letto con una familiarità che fa rabbrividire.
È senza dubbio uno dei grandi poeti apparsi nella seconda metà del ventesimo secolo, che seguita – più vivo che mai – a regalarci opere notevoli come La primera oscuridad.
Qui l’autore esplora una variante poche volte presa in considerazione dalla poesia: il tema del fantastico. Lo troviamo in diversi testi nei quali gli argomenti descritti sconfinano nella sfera dell’insolito, del meraviglioso, dello sconosciuto. «Cose che ascoltano», «Cassetti», «La memoria degli specchi» per nominarne soltanto alcuni.
Tutto questo veniva già annunciato, in modo più succinto, in libri precedenti. Poesie come «All’una la mia fortuna», «Una notte al caffè Berlioz», «I fantasmi di Lisbona» ne sono un chiaro esempio.
Qui appaiono le sue inquietudini di sempre (l’amore, la morte, la guerra, la desolazione, il passato, la storia, la nostalgia, ecc.), ma analizzate da una prospettiva differente, lontana anni luce dal convenzionale, dal prevedibile.
La sua scrittura è, a momenti, molto visiva, piccole scene in bianco e nero che sfilano davanti ai nostri occhi e ci colpiscono per struttura e portata. Le immagini si succedono vertiginose, portandoci per mano, alle volte, attraverso regioni tanto remote quanto impreviste dove l’inconscio è un albero pieno di uccelli morti che si liberano in volo quando meno te lo aspetti.
Risulta oltremodo interessante la sua proposta per le nuove generazioni, essendo com’è uno degli autori che meglio ha saputo riattualizzare chiavi e derivazioni. Il doppio gioco o lotta di contrari sintetizza la sua opera attraverso il tema dell’amore e della morte. Eros e Thanatos si attraggono, si respingono, si congiungono, si riconoscono e infine consentono, nei diversi stadi della loro relazione, la summa di un tutto che diviene eredità, testimone di vita.
Hahn si reinventa in ogni libro con sorprendente intuizione, gioca con il linguaggio, a lui regala senso e pienezza, lo adopera ogni volta in maniera funzionale, lo rivitalizza e decanta prima di rimetterlo in circolazione. La sua poesia è una lezione di rigore e di superlativa lucidità.
Rileggendolo, ci viene in mente ciò che sosteneva Picasso sul processo creativo: «Se il tema mi chiede un certo mezzo di espressione, adotto quel mezzo senza esitazioni. Moventi diversi richiedono metodi diversi. Ciò non vuol dire né evoluzione né progresso, ma un accordo tra l’idea che voglio esprimere e i mezzi per esprimere quell’idea.»
Questa piccola antologia intitolata Trattato di sortilegi, pubblicata da Rayuela Edizioni, di Milano, presenta alcune delle sue grandi poesie e offre al lettore italiano la possibilità di conoscere un’opera commovente e singolare, che di sicuro permarrà nella memoria collettiva come testimonianza viva del proprio tempo.
A mi bella enemiga
No seas vanidosa amor mío
porque para serte franco
tu belleza no es del otro mundo
Pero tampoco es de éste
Alla mia bella nemica
Non essere vanitosa amore mio
perché per essere sincero
la tua bellezza non è dell’altro mondo
Ma nemmeno di questo
Sociedad de consumo
Caminamos de la mano por el supermercado
entre las filas de cereales y detergentes
Avanzamos de estante en estante
hasta llegar a los tarros de conserva
Examinamos el nuevo producto
anunciado por la televisión
Y de pronto nos miramos a los ojos
y nos sumimos el uno en el otro
y nos consumimos
Società dei consumi
Mano nella mano nel supermercato
tra file di cereali e detergenti
Avanziamo di ripiano in ripiano
fino a giungere ai barattoli del sugo
Esaminiamo il nuovo prodotto
pubblicizzato in televisione
E all’improvviso ci guardiamo negli occhi
ci infiliamo l’uno nell’altro
e ci consumiamo
A la una mi fortuna
Estuve toda la noche parado frente a tu puerta
esperando que salieran tus sueños
A la una salió una galería de espejos
a las dos salió una alcoba llena de agua
a las tres salió un hotel en llamas
a las cuatro salimos tú y yo haciendo el amor
a las cinco salió un hombre con una pistola
a las seis se oyó un disparo y despertaste
a las siete saliste apurada de tu casa
a las ocho nos encontramos en el Hotel Valdivia
a las nueve nos multiplicamos en los espejos
a las diez nos tendimos en la cama de agua
a las once hicimos el amor hasta el exterminio
Ahora son las doce del día
y tengo entre mis brazos
al cuerpo de todos mis delitos
All’una la mia fortuna
Sono stato tutta la notte in piedi davanti alla tua porta
aspettando che uscissero i tuoi sogni
All’una uscì una galleria di specchi
alle due una stanza da letto inzuppata d’acqua
alle tre uscì un albergo in fiamme
alle quattro uscimmo tu ed io facendo l’amore
alle cinque uscì un uomo con una pistola
alle sei si udì uno sparo e ti sei svegliata
alle sette lasciasti trafelata casa tua
alle otto ci trovammo all’hotel Valdivia
alle nove ci moltiplicammo negli specchi
alle dieci ci distendevamo su quel letto d’acqua
alle undici abbiamo fatto l’amore fino allo sterminio
Ora sono le dodici, mezzogiorno
e ho tra le braccia
il corpo di tutti i miei delitti
Sábana de arriba
Me instalé cuidadosamente doblado
entre la ropa blanca del closet
Sacaste las sábanas de tu cama
y me pusiste de sábana de arriba
Te deslizaste debajo de las tapas
y te cubrí centímetro a centímetro
Entonces fuimos barridos por el huracán
y caímos jadeantes en el ojo de la tormenta
Ahora yaces bañada en transpiración
con la vista perdida en el cielo raso
y la sábana de arriba
aún enredada entre las piernas
Lenzuolo di sopra
Mi sistemai accuratamente piegato
tra la biancheria dell’armadio
Tu rifacevi il letto
e mi scegliesti come lenzuolo di sopra
Scivolasti tra le coltri
e io ti coprii centimetro per centimetro
Poi siamo stati spazzati dall’uragano
e cademmo ansimanti nell’occhio del ciclone
Ora giaci avvolta nel sudore
con lo sguardo smarrito nel soffitto
e il lenzuolo di sopra
ancora intrappolato tra le gambe
Muerte de mi madre
El Papa ha muerto
y todos los televisores del mundo
están mostrando la noticia
Ahora vemos el traslado del cuerpo
a través de los aposentos del Vaticano
Yo sé que a usted
le habría gustado ver todo esto mamá
y que se habría emocionado
y que habría seguido la transmisión
desde su cama
Y los restos del Papa
fueron trasladados desde la capilla
hasta la catedral de San Pedro
Pero a usted
tuvimos que bajarla hasta el sótano del edificio
en una silla de ruedas
porque el ataúd no cabía en el ascensor
En estos momentos
los mil millones de católicos
que hay en el mundo
expresan su dolor por la muerte del Papa
pero la suma de todo ese dolor
no puede compararse
con el dolor que sintieron sus hijos
cuando la levantaron de la silla de ruedas
y la pusieron en el ataúd
El hecho de que me esté dirigiendo a usted
aunque no pueda responderme
me dice que usted no está muerta
que está en alguna parte del universo
escuchándome
porque existir no puede ser algo tan pobre
como vivir metido adentro de un cuerpo
que se hace escombros que se hace cenizas
Recuerdo que cuando era niño
y tenía pesadillas con el diablo
corría a meterme en su cama
y ahora a veces tengo mucho miedo mamá
y no quiero tener más miedo
quiero que todo el universo sea como una gran cama
en la que pueda meterme cuando tenga miedo
y usted esté a mi lado aunque no pueda verla
Morte di mia madre
Il Papa è morto
e tutti i televisori del mondo
danno la notizia
Ora assistiamo al trasferimento del corpo
attraverso le stanze del Vaticano
So che a lei
sarebbe piaciuto vedere tutto quanto mamma
che si sarebbe emozionata
che avrebbe seguito la trasmissione
dal suo letto
Le spoglie del Papa
furono portate dalla cappella
fino la cattedrale di San Pietro
Ma a lei
dovemmo portarla fino alla cantina del palazzo
in una sedia a rotelle
perché la bara non ci stava nell’ascensore
In questi momenti
il miliardo di cattolici
che c’è al mondo
esprime il suo dolore per la morte del Papa
ma la somma di tutto quel dolore
non può paragonarsi
a quello che provarono i suoi figli
quando dovettero sollevarla dalla sedia a rotelle
e metterla nella bara
Il fatto che io le stia parlando
anche se non può rispondermi
mi dice che lei non è morta
che continua a esserci da qualche parte dell’universo
e che mi ascolta
perchè l’esistere non può essere questa cosa banale
questo vivere all’interno di un corpo
che si fa detriti che diventa cenere
Ricordo che quando ero bambino
e nei miei incubi s’affacciava il diavolo
correvo a infilarmi nel suo letto
anche ora ho tanta paura mamma
e non ne voglio avere di paura
voglio che tutto l’universo sia come un grande letto
nel quale poter infilarmi quando m’insegue la paura
e che accanto a me ci sia lei anche se non posso vederla
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