Pubblichiamo oggi, in occasione del centenario dalla nascita di Octavio Paz, un estratto da Anch’io sono scrittura, l’autobiografia del Premio Nobel messicano pubblicata da SUR in anteprima mondiale. L’anticipazione è uscita su La Repubblica sabato 29 marzo 2014.
All’intrepido lettore
«Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì», del guatemalteco Augusto Monterroso, è forse il microracconto più universalmente celebre e studiato. Ma i microracconti o microfinzioni sono un genere molto amato in America Latina e viene a ricordarcelo una recente antologia – Bagliori estremi. Microfinzioni argentine contemporanee – curata da Anna Boccuti e pubblicata dalla casa editrice Arcoiris nella collana “Gli eccentrici” diretta da Loris Tassi. Pubblichiamo oggi l’Introduzione al volume, ringraziando l’autrice e l’editore, e lunedì proporremo una scelta di testi.
Roberto Arlt secondo Ricardo Piglia
Roberto Arlt, secondo César Aira “il più grande romanziere argentino”, non ha goduto i favori della critica accademica argentina fino agli inizi degli anni Settanta, quando Ricardo Piglia è sceso in campo per prenderne le difese.
In due testi che risalgono entrambi al marzo del ’73 – la prefazione a un’edizione del «Giocattolo rabbioso» e un saggio intitolato «Roberto Arlt, una crítica de la economia literaria» –, imbracciando le armi della critica marxista dell’economia politica e della psicoanalisi, Piglia aveva già puntato il dito contro l’ipocrisia di una lettura di Arlt che pretendeva di squalificarlo in virtù della sua mancanza di “bello stile”. Ma in «Respirazione artificiale» fa enunciare al proprio alter ego Emilio Renzi una serie di giudizi su Arlt (in contrapposizione a Borges) che costituiscono un vero e proprio “manifesto” letterario.